She. Old Stories 4




Erano usciti.

Indossava un vestito nuovo. Nero. Si era comprata una di quelle ciambelle per fare lo chignon. Aveva riposto le lacrime nella pochette. Si era truccata. 
In auto non si erano rivolti né uno sguardo né una parola né un sorriso.

Si guardò intorno. Una coppia di anziani, una famiglia e perfino quell'uomo solo sembrava divertirsi più di loro.


Guardò lui. Le orecchie, la guancia, il collo, il braccio. Non riuscì a vedere altro. Lui la fissava, infastidito per quello sguardo così insistente.


Velocemente volse lo sguardo altrove, chinandosi su se stessa. Osservò il decoro geometrico del tavolo, lo seguì col dito fino alla gamba. Con il tacco tracciò il perimetro della lastra di terracotta e cercò di disegnare i contorni della pigna azzurra smaltata. Prese mentalmente nota del numero dei menù riposti sul mobile di fronte e cercò di capire quale fosse il più usurato. Aprì il menù e cercò di individuare il tipo di carattere di stampa, la parola usata con più frequenza, la pagina meno sfogliata.

In silenzio, finirono di cenare e ritornarono a casa.


La luce della stanza era già spenta ma lui non dormiva ancora. Poteva parlare. Forse sarebbe stato più semplice. Non avrebbe visto i suoi occhi e il buio le avrebbe conferito serenità.


Cercò le parole. "Forse ti sei accorto anche tu... bé io non sono... no, non intendo dire questo... forse hai frainteso... io vorrei tanto...."


Le mancava il coraggio.


"Domani" si disse senza troppa convinzione. 


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