He. Old stories. 2


Stasera gioco a calcio. Non a calcetto, proprio a calcio. Io odio quando mi invitano a giocare a "calcetto". Io odio la parola "calcetto". Siamo sempre ragazzi, facciamo azioni straordinarie, tiriamo in porta. E' calcio, anche se il campo è più piccolo e siamo in 5 per squadra.
Quella insignificante stronza non lo aveva capito. Io sono un calciatore mancato. Ero bravo, sono bravissimo.
Mi prendeva per il culo, quella piccola indemoniata. A 27 anni non potevo giocare a calcio e crederci davvero. Mi credeva un fallito. 
Beh, e allora? Non gliel'ho chiesto mica io di starmi vicino così tanto. Io volevo solo farmela. Lei voleva riuscirci, voleva farmi innamorare. Ovviamente non c'è riuscita, la stronza. Ma mi ha lasciato un rimpianto, una voglia. Poco male. 50 euro e mi son tolto il pensiero.

Dicevo, stasera vado a giocare a calcio. La filippina mi ha lavato e messo la roba nel mio chicchissimo borsone. L'ho preso coi punti della benzina di mio padre, ma ai miei amici ho detto che l'ho comprato e ho speso un botto. Rodono dall'invidia. Loro devono guadagnare, io solo spendere.

Stasera farò gol. Gioco con dei 35-45enni. Son pappemolle. Tutti che lavorano, hanno mogli rompicoglioni, amanti cesse, figli ingestibili. Hanno una povera vita. Io invece ci credo, mi preparo, li marco stretti facendoli vergognare della loro forma fisica.

Per me la forma fisica è fondamentale. Io sono stato con tantissime donne, tutte meravigliose. Magre, basse, alte, coi capelli lunghi. Forse si facevano, ma non me ne importava. Con loro non parlavo mai. Invece quella piccola stronza era diversa. Lei era solo una ragazza, ma già una donna vera. Aveva tutto, brutta stronza. Ma poi perché parlo sempre di lei. Ancora ci penso e mi faccio pena. Io con lei, che aveva tutto, ci parlavo e pure tanto. Di cazzate, dai. Ma io aprivo la bocca per parlare. Cazzone.
Vabbé, qualche volta la aprivo anche per altro. Ho preso quello che ho potuto. Ho arraffato con violenza. Forse non mi è bastato. 

Comunque, stasera non vedo l'ora di farmi vedere. Sono troppo bravo. Neppure a fare quello per cui mi mantengono sono bravo. Driblo, salto, colpo di testa, gol. Mi tolgo la maglietta. Son proprio figo, anche con qualche capello in meno. Chissà se lei se lo ricorda quant'ero figo. 

Chissà se qualche volta verrà, per sbaglio, a vedermi. Farei gol, mi toglierei la maglietta e le ricorderei che si è perso. 
E magari lei mi farebbe dare un occhio sotto la sua, per vedere che mi son fatto scappare io. Voleva sempre vincere, come me. 

Commenti

  1. Marco4:08 PM

    Carino il tuo blog. La grafica è semplice, ma le parole colpiscono come un pugno allo stomaco. Ps. Non penso di essere il tuo unico lettore.

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