She. Old stories 2

Il prato era ingiallito. Accese l'impianto di irrigazione sapendo che avrebbe poi dovuto tagliare tutto. Ma non voleva far soffrire ancora i suoi fiori quasi appassiti, era già trascorso un mese dall'ultima goccia d'acqua che avevano ricevuto.  
Lui la aspettava in casa, ciondolando e dividendosi fra internet, il divano e la tv. Solo canali d'informazione, non era tipo da frivolezze, ma neppure da lavori manuali. Lasciava fare a lei tutto ciò che c'era da riparare ed ogni lavoro maschile. 
Si asciugo la fronte con un lembo della camicia a quadri che aveva comprato in una di quelle catene low cost che vendevano roba da mercato rionale, a prezzi maggiori e qualche lustrino in più. 
Era stanca. Non trovava più le parole per esprimere i suoi sentimenti ed i suoi stati d'animo.
Voleva urlare e si ritrovava a parlare a bassa voce quelle rare volte in cui stava zitta. Avrebbe desiderato correre e si spalmava sempre più spesso sul letto.
Si contraddiceva e non riusciva a trovare il filo per giungere a se stessa. 
 Corse sul prato fino a raggiungere il getto d'acqua. S'inzuppò i vestiti e s'inzaccherò le ballerine appena acquistate. Poi entrò in casa, sporca, fradicia. Si piantò davanti a lui.
Era seduto con gli occhi fissi sullo schermo. A volte gli capitava di leggere senza capire nulla e assumeva lo sguardo di una persona assente, estraniato dal mondo e da se stesso. Non si accorse subito di lei, del suo stato. Dopo un minuto, alla sua vita, l'espressione del suo viso cambiò. Provava stupore, meraviglia. Non gli era mai capitato di vederla così.
Pianse di dolore e rise di gusto, contemporaneamente. Non sapeva cosa fare o cosa dire, ma forse aveva trovato l'inizio della sua nuova vita. Piangeva per il tempo che aveva sprecato nella non vita. Rideva per l'inaspettata rinascita dopo uno sporco bagno.

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