A volte penso di saper guidare meglio un treno che un'automobile



Lasciando da parte, solo per qualche istante, il sentimentalismo che corrode le mie giornate, ritorno a parlare dei fattacci miei, quelli a cui nessuno è interessato e che poi tutti conoscono.

Io non sono una brava guidatrice, anzi. Non guido mai, o quasi.
Non so se mi terrorizza di più il fatto di nuocere a me stessa o agli altri. Forse, più agli altri.
La provenienza della mia insicurezza alla guida avrà origini lontane e misteriose, come quelle di tutte le altre insicurezze che costellano la mia esistenza in questo piccolo paradiso di mondo. Ma c'è dell'altro.
Io adoro guardare durante i viaggi. Mi piace sentire qualcosa o qualcuno durante il passaggio, mi piace pensare che il mio transitare possa lasciare qualcosa nei luoghi e che gli stessi possano restituirmi l'emozione attraverso i ricordi.
La mia condizione di viaggiatrice/spiona raggiunge l'apoteosi in questi mezzi: auto e treno.
E se per l'auto, è necessario avere un gentile cavaliere che si preoccupi per la sicurezza, per il treno è sufficiente scegliere la carrozza giusta e il posto migliore.

La collina dorata di Vampolieri all'alba, le coltivazioni di Santa Maria delle Grazie, le cisterne e gli ulivi. Quella splendida dimora rosa, che fosse stata gialla avrebbe avuto le stesse fattezze del castello giallo alla periferia di Bristol, quello che durante gli interminabili viaggi in autobus, con la sit belt on, guardavo, sognando di battute di caccia e di atmosfere alla Gosford Park. 
Lo yaching club di Piazza Mancini Battaglia che rovina il litorale, e la confusione della stessa piazza, fra ambulanti e guidatori incivili. Le rovine eterne del nuovo progetto Trenitalia, il doppio binario come unico elemento rinnovatore. E poi, ancora, le gallerie e la sosta aspettando l'incrocio, che arriva veloce e scuote il convoglio e tu, che hai scelto il posto a destra, vedi le finestre illuminate creare una pellicola cinematografica, e cerchi di scorgere un dettaglio, un solo dettaglio per ogni carrozza che ti consenta di creare o capire il film. Ti concentri sui passeggeri e sulle valigie, creando il corto più breve della storia. Due, tre secondi al massimo.
Quasi con passo trionfale, sostenuto ma lento, entri nell'ultimo tratto del tuo viaggio, incorniciato dalle Ciminiere e dall'invitante mare. Dal secondo binario in poi, si riescono a vedere tutti i mezzi di locomozione riuniti: la metropolitana in superficie, le navi, gli aerei, le auto, gli autobus e i treni.

Sono solo dieci minuti di treno, dieci minuti di distanza fra Acireale e Catania. Dieci fra i più intensi minuti della giornata.



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