Oriri



I più accreditati organi nazionali di stampa (tv, carta stampata, web, radio) non disdegnano di applicare i soliti luoghi comuni: edulcorano atroci storie di abusi; decorano di osceni dettagli in stile barocco sanguinose barbarie; ricostruiscono, con dovizia di sterili particolari, la vita delle vittime sprecando iperboli, aggettivi, sinonimi; espongono al pubblico ludibrio l'intimità del dolore, dei sentimenti.

La Commissione parlamentare per la vigilanza del servizio televisivo e radiofonico, l'Autorità per la garanzie delle telecomunicazioni e altri organi a tutela del consumatore, dovrebbero occuparsi della gravità degli esempi sopracitati, dovrebbero multare, censurare, emendare ogni eccesso di patologica morbosità, ogni disgustosa inclinazione all'orrido ed il razzismo sotteso ad ogni servizio su stupri, furti, frodi, omicidi, commessi da cittadini extracomunitari e da cittadini del sud Italia.

Breve, illuminante, recente, sintomatico esempio di casa nostra.

L'italiano a spasso nello spazio si chiama Luca Palmitano ed è un Siciliano. E' oriundo parternese, della provincia di Catania. E' il primo SICILIANO a spasso nello spazio.
Nessuno a rivendicare la sua provenienza, nessuno a ricoradare le sue sporche origini in terra di mafia. E' Italiano per i telegiornali, i giornali, i siti, i blog, le radio, le agenzie.

Non è italiano, invece, il delinquente, l'estorsore, l'omicida, l'attentatore, che da anni lavora e risiede, e forse vi è anche nato, in una delle tante province d'Oltrepò.
Il malfattore di turno ha origini siciliane, calabresi, pugliesi, lucane, campane, romane, sarde.
Dal Lazio in su son tutti italiani. Solo italiani. Assenza di aggettivi denotanti l'origine.

Ecco che l'Oriri diventa fattore discriminante, segno diabolico, eburneo corno in mezzo alle tempie, impronta infamante.

L'orgoglio italico attecchisce in questo fertile terreno concimato dal letame giornalistico.
Quanta cattiveria! Quanta ipocrisia!


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