Meno di zero



Vivere nel torpore e averne consapevolezza e non operare nessun cambiamento significativo.
Il denaro "Che cosa ti manca? E' che non ho niente da perdere", la droga " paralizzato dal bisogno urgente di toccare il fondo, un bisogno intenso" e l'assoluta mancanza di impegni e responsabilità alimentano la voragine affettiva.
Il protagonista è paranoico, disturbato, distante "Niente mi rende felice. Niente mi interessa", inerme. Vorrebbe emergere, informarsi. Ha bisogno di mettere a tacere la sua coscienza, consapevole della povertà immateriale che lo avviluppa. Innanzi alla vita, agli orrori, pietrificato,non riesce ad opporsi. Abbandona pensieri, luoghi, relazioni "Non voglio attaccarmi a niente, soffrirei troppo, dovrei occuparmi anche di quello. Si soffre di meno se si è distaccati", e non sembra averne cura. La sua mente anticipa la fine delle vacanze, perdendosi fra illusioni e dialoghi onirici.
Minimo, freddo, sintetico. Provai, inizialmente, disgusto. Infine, pena infinita.

Se si vuole qualcosa è giusto prendersela.
La gente ha paura di buttarsi. La gente ha paura di mescolarsi all'altra gente.
Quali sono le due bugie più grosse del mondo? Te li restituisco appena posso e non ti verrò in bocca.
A me non va di morire in nessun modo.
Qui si può sparire senza saperlo.
E cos'è giusto? Se si vuole una cosa, è giusto farla.
Immagini così violente e malvagie che diventarono il mio unico punto di riferimento per molto, molto tempo.




Meno di Zero
Bret Easton Ellis
1985



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