Una nuova moda



Un veloce aggiornamento di pensiero. Interrogativi di una scelta di vita. Stile.


Non si possono cancellare in poco tempo convinzioni, studi e ricerche. Non si può dimenticare tanto in fretta una passione.
A me piacevano le riviste di moda, gli abiti, gli accessori e le scarpe di lusso. I pellami, i colori, la ricercatezza, l'unicità e l'eccentricità, gli scintillii, i tessuti. A me piaceva un mondo di cui conoscevo solo la parte più esterna.
Proprio perché le vere passioni vanno coltivate fino in fondo, ho scoperto ciò che rimane quando i riflettori si spengono. Ed è plastica, rifiuti, ipocrisia, mafia, diritti negati, menzogne per la maggior parte delle volte.
C'è troppa sofferenza dietro un lusso. C'è troppo desiderio per un oggetto materiale omologatore di status, sentimenti e cervello.
Non potevo non accorgermene e, dato che non ho perso la mia naturale inclinazione al bello, sono alla ricerca di altre modalità meno costose, in termini morali ed economici, per vivere con uno stile unico, senza rinunciare al buon gusto e sopratutto alla qualità, elemento primario assente anche nelle grandi Maison.

Il processo di astrazione materiale è appena iniziato. Molti sono i dubbi ed i punti interrogativi sospesi. Le tentazioni sono dietro l'angolo. La casella di posta elettronica trabocca di inviti e fotografie lussuriose. Il bello è un diavolo tentatore sempre in agguato, fra una vetrina e l'altra, fra uno store online e un catalogo. Mi conforta sapere di aver intrapreso una strada diversa rispetto a quella che i mass media impongono. Sono graditi suggerimenti, consigli, studi e ricerche da qualsiasi fonte, sia a favore che contrarie alle mie considerazioni. Non mi aspetto grandi e veloci cambiamenti, ma piccole conquiste rivoluzionarie.

Un primo step è stato smettere di acquistare i mensili di moda. L'ultima rivista che ho comperato è stata Marie Claire di settembre. Mi trovavo a Perugia con 38 gradi e dovevo affrontare un lungo viaggio di ritorno.
L'amore per le riviste è, infatti, nato per e in viaggio. Da lieve passatempo ad una passione vera e propria. Il mio mensile di riferimento è sempre stato Marie Claire. Amavo Imma Vitelli, il fatto che per due anni abbia sempre dichiarato di averne 38, i suoi racconti struggenti, le illustrazioni di Paperina abbinate ai racconti divertenti su trend e relazioni, e i servizi di moda semplici, con foto e breve descrizione dell'oggetto.
Della generalità dei mensili di moda ho, invece, sempre detestato quattro elementi:
-Pubblicità. -il 70%, si Vogue sto parlando con te!-
-Prezzo. -in riferimento alla pubblicità che contiene- io vorrei pagare giornalisti non pubblicitari, contenuti non slogan, parole non fotografie-
-Le foto ed i servizi sulle feste altrui. -per queste porcate nonsense ci sono i giornali di gossip -
-Le interviste poco interessanti e le domande poco mordenti. -il giornalista è un mestiere difficile, ma devi impegnarti per meritare giorno dopo giorno il tesserino che conservi nel portafogli-

Di critica costruttiva sulle riviste potrei scrivere decine di post, ma rimangono, comunque, molti dubbi circa la vera natura del mio cambiamento.
La scelta di intraprendere un nuovo modo di vedere e vivere la moda è stata fortemente influenzata dai cambiamenti morali che stanno scuotendo la mia vita.
Chi mi conosce sa bene che non sono una fanatica: amo e rispetto gli animali ma non ho mai desiderato di possederne, cerco di rispettare la natura limitando gli sprechi ma la mia vita non è ad impatto zero, conosco i drammi che stanno dietro la fabbricazione dei sofisticati apparecchi tecnologici ma possiedo uno smartphone.
E adesso, nonostante le documentazioni, gli articoli, le testimonianze dirette, non è facile rinunciare a ciò che, fino a poco tempo prima, era routine.
Tra consapevolezza e scelta c'è il cambiamento di vita. E non è facile adoperare cambiamenti radicali sia logistica-mente che, e aggiungerei sopratutto, mentalmente. Auspicare all'aurea mediocritas, anche in questo caso, non può che aiutarmi.



 Un estratto della mia collezione.



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