Nelumbonacea



Com'è difficile pulire i calici a tulipano. Prendere la fetta d'arancia con l'indice, svuotare il ghiaccio nel lavello. Com'è difficile farlo per quindici volte. E ricordarsi, sempre, di aggiungere un nuovo livello di inquietudine per aumentare l'intensità e l'astrattezza. 

Che cosa, poi, vorresti trovare nell'attenzione? Perché strofinare così tanto, perché cercare la trasparenza è così importante solo in materia cristalli, vetri, superfici riflettenti?

All'avido basta uno sguardo torvo per insozzare il candore. 

...show me the rules of the games you play, and I'll be waiting, count on me I'll find you, ‘cause I'd never be the man who walks and let you down.

Al secondo ascolto, ti piace già. Al quarto, ti innamori. Al sesto, diventa un'ossessione. 

I piaceri hanno sempre numero pari, perché configuriamo il piacere come la conquista di una vetta, inaccessibile per un misero e solo numero uno e inadeguata per un terzetto; che poi, anche i bambini sanno che in tre si litiga di più, ed uno rimane sempre isolato, ignorato, deriso. 
Ci sbagliamo e ridiamo dei nostri errori con le lacrime agli occhi, isterici; con le tracagnotte gote rubiconde ci soffochiamo, in preda a spasmi. Pensiamo di non temere la solitudine, mentre le catene della consuetudine ci serrano le caviglie. Se operassimo con coscienza sincera, non dovremmo temere il dolore.

Strofino sul rossetto; con minore difficoltà, rispetto al soffiare via tutte le menzogne e le sozzure, riesco a rimuovere ogni impurità.

...and that will be no time for getting old when we were young, it's alright, if you dance with me tonight, we'll fight the dying of the light and we'll catch the sun...

E no, la cena non la voglio. Se ho fame, so come procacciarmi la mia razione, attraverso quell'arma potente ed infallibile che, aurea, brilla, nel vano in alto a sinistra del portafogli.
Voglio solo sapere perché non smetti subito di blandirmi e fingere di aver cura di me.
Vuoi che rimanga qui per la notte? Vuoi che resti a tenerti compagnia? Vuoi che finga di essere triste per essere consolata? Non lo farò, non capirò le tue intenzioni; ho smesso di interpretare gli altri, quanto a me, non credo ci sia mai riuscita.
In tua compagnia, mi sento più sola che mai. Sì, sono forse un numero uno, ma non il tuo. Hai perso la tua mano, la fortuna ti ha girato le spalle e, con essa, anch'io vado via. 

Mi costringo a valutare il mio lavoro, puntando il bicchiere alla luce del sole. Il lavoro era meno difficile di quanto pensassi. Non mi resta che emulare il sacro fiore di loto: eguagliarne il candore, ripulendomi dal tuo sguardo. 


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