Cinema. 3






Pellicole, forse ancora in sala. In streaming, di sicuro. Le ho viste. Ve ne parlo.




Anna Karenina

Grande attesa per Wright che, a mio lusinghiero e modesto parere, ha sbagliato tutto. La gloria, gli oscar, il plauso delle generazioni future. Questi, più o meno, i messaggi, di aiuto e di disperazione, che vengono inviati dalla regia. Il caos delle scene avrebbe dovuto rappresentare il caos interiore dell'adultera Anna? No. Per niente. Le transizioni fra una scena e l'altra? Il palcoscenico dell'anima dove anche Law va a riflettere? Le cime, i fondali, le quinte, i sipari, le scale in legno? Anche Amy Winehouse avrebbe detto No. No. No. L'equina mascella sovraesposta, lo sguardo completamente assente ed inadeguato al contesto (circa otto volte), hanno dimostrato la totale incapacità e l'inconsistenza scenica di Keira Knightley, adeguata solo in Sognando Beckham. Superflua la partecipazione di Jude Law, che si è aggiunto al carrozzone solo perché la partecipazione a questi grandi kolossal in costume ispirati ai grandi romanzi fa curriculum. 
Significativa la partecipazione del pubblico in sala. Stime in percentuali. Circa il 98% degli spettatori non aveva idea di chi fosse Tolstoj. Il 70% si è addormentato durante le transizioni per il cambio di scena. Il 76% delle donne è stato attratto dalla partecipazione dell'accoppiata Keira-Jude. Il 47% degli uomini da Keira. Il 20% a fine primo tempo ha preferito cambiare sala.
Voto: 5-




Gambit

Delusione. Cari fratelli Coen, fare gli sceneggiatori, anzi, i "rimaneggiatori" non fa per voi. Con affetto. 
Innanzitutto è un rifacimento: 0 per fantasia, novità, innovazione. Avrei dovuto sospettare nudità moleste leggendo nel cast Cameron Diaz. Colin Firth, nel ruolo di finto cretino convince ma molto meno che nella Talpa (ottimo film). Stanley Tucci, abituato alle commedie ed ai ruoli gay friendly, si trova a suo agio, anche se attendiamo da diversi anni un suo ruolo da protagonista assoluto.
Voto: 5+



Noi siamo infinito

Storia tristemente piacevole. Anche qui, presenza e contributo fondamentali del pubblico, attratto da Emma Watson ed ovviamente deluso e distratto. Colonna sonora di medio-alto livello che accompagna i drammi ed i sogni dei protagonisti. 
Voto 7++


Viva la libertà

Dell'interpretazione esasperata in "E' stato il figlio" (stroncata qui) neppure l'ombra. Servillo dimostra che per vincere le elezioni ci vuole follia. Per governare no. Perché è semplice dire cazzate in campagna elettorale, accontentare le folle urlanti, fare proseliti con semplici battute e mostruose ovvietà. Anche se l'intento dell'autore nonché regista, Roberto Andò, era dare l'esempio, istruire e, un po', punire questa nostra sinistra, che di sinistra ha solo il nome, io ho percepito quest'altro aspetto.
Voto 8




The Impossible

Bayona dirige in modo delicato una storia incredibile. Scegliere un regista non americano è stata una mossa vincente: la catastrofe è stata rappresentata con il silenzio, la popolazione operosa e umile, i protagonisti davvero umani, autori di scelte discutibili ma dettate dalla disperazione. Anche il finale è stato lineare. La gioia negli occhi di chi è scampato ad una tragedia insieme ai suoi cari viene esaltata con semplicità. 
Voto 7





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