Abitudine (3 cose su)





 E' quando le amiche ti chiamano in preda all'euforia, raccontandoti che hanno offerto loro pure la cena e sarebbe stato offensivo non andarci a letto.

Continua a lasciarmi incredula la possibilità che molte persone, per le quali nutro molta stima, non si amino abbastanza da credersi importanti o degne di attenzioni NORMALISSIME da parte di altri.
Normale che si venga richiamati dopo una serata insieme, che si sia oggetto di lusinghe, di doni, di educate attenzioni, di rispetto. Invece, disorientati, in molti credono di dover subito qualcosa in cambio, che ci sia dietro qualcosa di losco (le teorie che sento con più frequenza hanno per oggetto figli o relazioni), che l'autore di questi gesti di estrema cortesia sia in realtà uno stupido; finendo, con le loro illazioni, per far ridimensionare le attenzioni a loro riservate e rovinando tutto.

Questi atteggiamenti di deferenza mantenuti da tanti e per anni hanno di fatto legittimato alcune fra le più ingrate e turpi condotte, prima fra tutte il like compulsivo.

Stordisce più gente ricevere un dannatissimo cuore che la lettura di Dostoevskij; ma dietro gesto d'ignavia creativa tale da generare turbinio di emozioni non c'è quasi mai una motivazione sottesa.
Il doppio clic su un'immagine o uno status o un pensiero NON è una forma di corteggiamento. 
Se pubblicate del cibo, quel gradimento non è un invito a cena, e  l'assenza di un like sotto una foto che vi ritrae in forma smagliante non è tattica ma dimenticanza/impossibilità/nonaverlovisto.
Chi teorizza strategie, credetemi, ha una palese ossessione per l'individuo in questione e molto tempo libero.
Io stessa, pur non essendo una gran rivelazione, confesso di mettere su Instagram cuori a tutte le foto di tutte le persone che seguo. Non faccio scambio like, non sono like strategici, non sono like da fan: semplicemente, apprezzo lo sforzo di ciascuno nel condividere un contenuto, alcune passioni o parte della propria giornata anche con me.

Nonostante la lapalissiana ovvietà, credo abbisogni un mini riassunto per gli ultimi romantici seriali.

I like sui social NON HANNO VALORE. Se ti mette un cuore su Twitter o Instagram ma poi non ti chiama, non ti scrive neppure uno straccio di mail/messaggio privato/piccione viaggiatore, non ti invia un mazzo di fiori, non ti invita a cena, non prova qualsiasi altro genere di modalità per contattarti e sapere come stai, IGNORALO. Tutt'al più, se sei una persona sensibile e il cuore ti sussulta ad ogni sua notifica (che se non si tramuta in altro è solo un'ingiuria), blocca l'utente che ti tedia e leggi un libro.



 E' quando, il mattino successivo, vedi le pesanti coltri intrise di polvere e la barba del nerboruto rivelarsi essere stata troppo aggressiva come scrub corpo. I libri, il tappeto, i suoi tatuaggi. Non sei a casa: devi andartene. Ti guardi attorno, ti guardi addosso: non capisci se sia il sole ad amplificare il rossore e quell'elegante svolazzare di particelle di sporco che adornano la casa di ogni trentenne. E' il riaprire gli occhi su una realtà che diventa abitudine. Mi spaventa.




 E' quando capisci quanto sia necessario frequentare gente che non ti piace abbastanza. Gente che vuole stare con te senza necessariamente metterti le mani addosso. Gente che abita talmente vicino da proporti tutti i giorni tante cose da fare perché sa bene sia l'unico modo con cui potrebbe vederti. Gente che non ti dedica poesie trovate su google, che non fa discorsi impostati, che non ha un'opinione su Assad e Trump. Gente a cui piaci e te lo dimostra senza fanfare, chiedendoti come stai e interessandosi davvero della risposta. Gente che ti racconta la propria vita senza farti domande sulla tua.

E' necessario, se vuoi mantenere un comportamento distaccato, quel genere di comportamento per cui la gente si innamora. E' necessario, se non vuoi farti coinvolgere perché dell'Amore non te ne importa più granché.

Per me, è necessario.


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