Stare con gli altri




Quando non c'è un negozio in cui rifugiarti,

neanche un lurida bottega con luminescenti uova in salamoia, soffitti adornati da ragnatele a mosaico, scadenze in numeri romani, di proprietà della nerboruta signora con il reggicalze alle caviglie che, all'ingresso, su di una sedia impagliata, ti accoglie mostrando la lercia dentiera in uno sbadiglio felino

tu devi stare con gli altri.

Facciamo pure che siamo stanchi delle vittime. Dai codardi agli immigrati.
Tutti sul nostro groppone, 'sti stronzi. Stronzo anche tu: esci, metti le foto e non mi chiami.
Non puoi capire, una cosa di nicchia.
Ahaha, ma se fino a un mese fa eri il servo di una scimmia bionda e ora fai tutto lo splendido.
Non ero un servo.
Senti, non ti risentire. Abbiamo da festeggiare.
Tu che non bevi birra dovresti vergognarti. Un cin ai soldi.
Il bilancio in attivo vuol dire bonus per tutti. Azzorre e Madeira ad Agosto. Vado 5 volte a settimana.
Già pensi alla prova costume?
Dall'anno scorso. Adesso, sono in fase super definizione.
Senti, va bene tutto, le pillole, le proteine, quelle bacche del bosco, ma il personal trainer romagnolo che ti urla CANEEEEH alle sette di sera, no.
A proposito, ma questa parte qui come si chiama?
Il dietro culo. 

La birra mi fa schifo. Si chiama femorale. I vostri riferimenti di nicchia rimandano ai loculi cimiteriali. Ormai, la soddisfazione delle scimmie bionde recapitate dall'est non dura neppure una stagione. E ricorda: cane è sempre un complimento.

E, invece, rimango in silenzio. Come sempre. Non fugo dubbi anatomici, non getto ombre sull'oblio della morale, non mi ergo a paladina del buon gusto. Comunico l'orario senza strabuzzare gli occhi.

Ragazzi, siamo quasi in ritardo.
Rovini sempre la festa. Dai, fatti portare il conto.
Lascia, facciamo noi. Siamo dei signori, non dimenticarlo. 

Già. Come potrei?




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