La finzione
Crediamo di essere tanto abili
da nasconderci dentro il nostro corpo,
crediamo di poter ingannare chi ci sta
vicino.
Ma la sostanza che ci compone segue la
sua natura e,
pronta a tradirci,
tradire ciò che prova,
ciò che proviamo dentro,
si insinua in ogni gesto che compiamo,
in ogni parola che pronunciamo.
La nostra natura è debole e indebolisce
ciò che la vivifica.
Il nostro corpo tradisce il nostro
spirito.
In balia degli eventi, terrorizzati da
noi stessi,
rimaniamo inermi nel subire ciò che
l’istintuale natura comunica,
paura di noi stessi,
della nostra mente,
del nostro subconscio,
della nostra anima.
Temiamo di poter essere almeno per una
volta
davvero sinceri,
temiamo che la verità del nostro intimo
possa rendere meno credibile il ruolo
che,
con immensa fatica, mettiamo in scena
ogni giorno.
Ma quando la finzione supera la realtà
la natura umana è irrimediabilmente
corrosa,
l’uomo non riesce a salvarsi neppure da
se stesso,
egli diventa la sua malattia più grande,
la sua anima lo spaventa,
l’uomo vero è morto!
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