He. Old Stories. 4
L'ho vista in una vetrina su internet. Era lì, con le sue foto, fra tante altre, in quell'espositore colorato di merci, come se fosse un prodotto su ebay.
Era invitante. Era sorridente. Era giovanissima. Sarebbe stata mia.
Non sapevo ancora di volerla che già avevo composto il suo numero e attendevo la sua voce.
Immaginavo la scena di un film con lei protagonista.
Afferra il cellulare con un misto di grazia e forza per l'eccitazione. Studia il numero. Scivola sul suo grande divano e sistemata su due cuscini mi risponde.
"Ciao"
"Ciao sono ..."
silenzio imbarazzante
"Allora, come va?"
"Bene, grazie. Non mi aspettavo una telefonata così presto"
"Ehm, sai, meglio non perdere tempo in queste cose"
"Quali cose?"
Ed era fatta. Mi aveva conquistato. Mi aveva chiesto maliziosamente le mie intenzioni. Forse in modo involontario, innocente, ma io ho dato l'interpretazione più giusta per me.
Per molti mesi, è stata una corrispondenza telefonica ed univoca. Io la chiamavo e lei rispondeva a monosillabi. Poi passava, mi guardava fisso, sorrideva e si faceva perdonare così.
In quei mesi, sospesi, cercai altre donne, alternative piacevoli. Mi bastava avere un essere animato accanto.
Poi accadde qualcosa di improvviso ed inaspettato. Ricevetti un suo messaggio, sbagliando, disse lei. Aveva ragione, lo so, aveva sbagliato. Ma io, di nuovo, interpretai a mio piacimento. Non attesi neppure un istante, le telefonai fulmineo.
E quel primo incontro è ancora oggetto dei miei sogni.
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