Studio sul campo: la codardia nel porre fine ad una relazione moderna.
Sono stata molto divertente nel redigere la parte finale del mio ultimo post... io che abdico all'amore, che mi impongo di uscire con gente che non mi piace perché non voglio coinvolgimenti, gente di cui non ho stima...
Siamo seri, quanto poteva durare? Ma neanche tre settimane.
Lo ribadisco prima di tutto a me stessa: ho DAVVERO provato a fare come è uso di questi tempi, ad essere una ragazza che frequenta per noia e senza impegno e, forse, per i primi sette appuntamenti c'ero quasi riuscita.
Sei più basso di me? Ok, ho frequentato qualche volta persone di statura non eccelsa. Non metterò tacchi molto alti e sopporterò pazientemente le scempiaggini che, a fine serata, gli uomini che si sentono naturalmente svantaggiati dicono per ristabilire la supremazia perduta passeggiando accanto a me: fra i commenti più deliziosi, si annoverano "appena scendi da quei tacchi (3 cm, n.b.) ti mangio!" "ah, beh, ma non sei così alta, è che le ossa ti sono cresciute un po' più slanciate" "più tardi, ti misuro in orizzontale" tutti seguiti da grasse risate a bocca aperta e occhi tristissimi.
Non ti piace leggere? Ok, (reprimendo a fatica un conato/la voglia di aprire la portiera e gettarmi dall'auto in corsa/l'impellente desiderio di nerboruto che ti storca un braccio, mi faccio coraggio, sono positiva, trovo subito delle soluzioni) se vuoi, ti insegnerò/imparerai/non potrai non appassionarti a questa parte della mia vita/ti farò leggere i racconti di Carver e poi Bulgakov e Cioran e, se non vorrai ringraziarmi. almeno avrò prova della tua buona volontà. Tutt'al più dovresti dirmi in quale risibile ateneo e con quali mirabolanti strategie tu sia riuscito a prendere una laurea.
Non sai rispondere alla semplice domanda su almeno un gruppo musicale/cantante/canzone/genere che ti piace? Ok, (ti prego, fa' che sia uno scherzo; credo di essere una brava persona, non me lo merito) ti regalo subito l'abbonamento a Spotify Premium affinché in tre mesi tu sappia, non dico apprezzare i Pink Floyd (anche se DOVRESTI), ma capire i tuoi gusti e saperli esprimere in modo coerente e in lingua italiana.
Alla soglia dei 35 anni, abiti ancora con tua madre? Ok, non preoccuparti; so già che non mi legherò a te così tanto da desiderare di svegliarmi nel tuo lettocon il profumo della colazione, anche perché, a quanto ho capito, non sai far andare neanche il bollitore.
I tuoi amici sono tutto! I tuoi amici sono vita! Ma perché si sposano? Ma chi sono le perfide compagne che li tengono lontani da te? Perché figliano? Ok, partiamo dal presupposto che le ragazze non siano delle arpie, ma banalissime fidanzate e mogli che i tuoi amici, di cui hai tanta stima, hanno scelto per costruire un progetto di vita insieme, progetto che, probabilmente, non abbia fra i propri cardini i consueti appuntamenti settimanali per giocare ai videogiochi tutti insieme. E basta con questa storia delle donne che incastrano gli uomini, estorcendo loro promesse e prole come se fossero delle streghe; mi fa rabbrividire il pensiero che tu possa non provare vergogna pronunciando una tale imbecillità.
Mi chiedi il segno zodiacale e mi dici che meno male che sono femmina perché sono materna e molto dolce perché i cancro uomini sono delle enormi teste di cazzo, proprio come tuo padre che detesti? Ok, sei fissato con l'astrologia. Vorrei risponderti che non so se dipenda dal segno, ma io con le teste di cazzo, con gli uomini del segno del cancro ci vado d'accordo, ne ho perfino amato uno con intensità eccezionale; che una cara figura del mio quotidiano, il cugino prediletto, il migliore amico sono proprio dei trogloditi del cancro, eppure li adoro; che le donne del cancro non sono tutte come me o come mi hai descritta; che l'oroscopo divertente da leggere è solo quello di Brezsny ma tu non sai chi sia ed io, piuttosto che spiegartelo, fingo di avere nella misera pochette il necessario per ritoccarmi il trucco e mi barrico in toilette per almeno venti minuti.
Non ti viene voglia di emularmi nella mia discrezione? Non ti chiedo che lavoro fai, dove vai e con chi sei quando esci, perché ti alzi a mezzogiorno, chi sono i tuoi amici, chi sono state le tue ex, chi sono i tuoi parenti, il lavoro dei tuoi genitori, come passi le tue giornate. Non ti chiedo alcunché. Non ti scrivo MAI, non ti ammorbo con messaggi o richieste, non ti propongo mai di uscire né di cancellare gli appuntamenti con gli amici per stare con me, taglio corto le conversazioni e non ti ho mai chiamato al telefono.
E tu, invece? Non ti annoia chiedermi sempre con chi sono e dove sto andando e cosa faccio? Se volessi fartelo sapere, non te lo direi? Se non prendi spunto dal mio comportamento, se neppure le mie risposte garbate ma sintetiche ti fanno desistere, a quali altre strategie cortesi ed incisive potrei affidarmi?
Mi proponi di uscire solo dopo aver svolto un'accurata intervista sui miei piani settimanali cosicché io non possa rifiutarmi di vederti? Ok, ma se devi chiedermi di uscire, dimmi che vuoi vedermi senza prima accertarti che io sia libera e quindi ti veda perché non abbia niente di meglio da fare, non è elegante, e, sopratutto, non è consigliabile per la tua autostima.
Dicevamo, ce l'avevo quasi fatta per sette appuntamenti. Sette lunghissime serate in cui ho ingurgitato varie pietanze irrorate da fiumi di bevande alcoliche, e mi sono lasciata baciare perché, credetemi, non c'era nient'altro da fare.
E, anche se reputo i baci la cosa migliore del mondo, dopo qualche settimana, anche le mie labbra, disidratate e spellate dall'etanolo, dai denti, dai solfiti, dalla barba, si sono arrese.
Le poche settimane di prova, la "relazione", non sono state un esperimento da persona crudele ed insensibile. Non volevo prendermi gioco di nessuno. Ho provato, anzi, a stare al gioco: a non interessarmi, a godermi il momento, i complimenti, l'assenza di ansia, la mancanza di interessi in comune, ma non fa per me.
Scopare a casa della nonna, le cene galanti, i baci al chiaro di luna, non mi bastano, anzi, non hanno alcun valore; non mi interessano se non c'è di più, se non sento il desiderio di discutere animatamente su questioni inerenti la morale, se non formulo almeno una decina di estrose arzigogolate teorie aspettando una risposta, se il frequentarsi non ci arricchisce, se non riesco a desiderarti o ad immaginarci insieme.
Questo racconto non sarà lucido (vino, n.b.), ma non vuole umiliare un povero cristo che si è interessato a me. Mi è necessario, serve a farmi forza ogni qualvolta decido di non rispondere ai suoi messaggi e mi sento la persona più cattiva del mondo.
Soffro terribilmente quando mi capita di sparire; dovrei esserci abituata, ma a scegliere di mantenere un comportamento così lontano da me, dal mio carattere, dalla persona che sono, è frustrante, orribile.
Ancor di più, scrivere un post per sentirsi meno in colpa perché non si ha il coraggio di dire "semplicemente, non mi piaci e desidero non frequentarti" è da codardi.
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