Cuore di gelo



 
Sei ancora quello della pietra e della fionda,uomo del mio tempo.
Eri nella carlinga, con le ali maligne,
le meridiane di morte, t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,alle ruote di tortura.
T’ho visto: eri tu, con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,senza amore, senza Cristo.
Hai ucciso ancora,come sempre, come uccisero i padri,
come uccisero gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno.
Quando il fratello disse all’altro fratello: «Andiamo ai campi».
E quell’eco fredda, tenace, è giunta fino a te,
dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue.
Salite dalla terra, dimenticate i padri: le loro tombe affondano nella cenere,

gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.



Uomo del mio tempo
Giorno dopo giorno
raccolta
1946
Salvatore Quasimodo
Modica, 20 X 1901 - Napoli 14 VI 1968 

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