Un nuovo Stile di Vita
Il
caso fortuito e sfortunato - che accompagna da un paio d’anni ogni singola
azione, ogni singolo gesto, ogni pensiero, ogni idea per cui decido, spinta da
chissà quale ardimentosa fantasia, di agire, spendermi, adoperarmi, dilapidare
le mie risorse – aveva cominciato ad svigorire il mio spirito, ad invecchiare
il mio quotidiano, a scarabocchiare di nero indelebile la mia esistenza.
Ed
io, inetta, avevo lasciato che questo stato di cose procedesse, senza ostacoli,
la sua mortifera corsa e mi avviluppasse come un qualsiasi essere incapace.
Anzi,
mi ero piacevolmente introdotta nel buio pensando di poterne ricavare qualcosa
di creativo, di innovativo, di geniale, di straordinario o, perlomeno, uscirne
con la stessa facilità con cui mi ero cacciata dentro. No.
Non
riuscivo a capire perché mi fossi data al pessimismo in maniera così
totalizzante. Non riuscivo a capire perché i problemi, i torti, le ingiustizie,
le cattiverie e ogni altra dose di
negatività da ordinaria amministrazione,
potessero trasformarsi in battaglie, sconfitte, in lotte primitive,
ancestrali e sanguinarie fra il bene (relativo) e il male (relativo), e soprattutto
perché la gente avesse dimenticato le regole fondamentali dell’educazione.
Regole semplici, presenti in qualsiasi tipologia di educazione e religione. Qualche
esempio?
- - Non fare ad altri ciò che non vuoi sia fatto a te
- - Quando si paga, anche fra estranei, non fare il pezzente
- - Se si telefona per sapere le condizioni di salute non si tedia né l’ammalato né il parentado con i problemi personali sia di natura sanitaria che di natura sociale
- - Onora il padre e la madre, ma anche il suocero e la suocera
- - Ricorda sempre che tutto può succedere. Dalla ricchezza alla povertà, dal sorriso al pianto. Tutto in pochissimi minuti.
- - Non buttare tua/o figlia/o fra le braccia del primo sconosciuto solo perché presunto benestante
- - Si possono non condividere le opinioni altrui, ma l’altro, in quanto persona, è sacro
- - Non esprimere giudizi affrettati su persone e situazioni che non conosci
- - Non ci si accanisce con il più debole, con la pecora nera o con chi sceglie volutamente di esprimersi fuori dal coro
- - Quando si ha una conversazione, anche sui social network, è buona educazione presentarsi se si conosce il nome del proprio interlocutore. Esempio: Se "misspixie" denigra/ammira Maria Rossi, è bene che lo faccia dicendo il proprio nome, perché le critiche e i complimenti fatti da personaggi di fantasia equivalgono al valore delle lire: sentimentale ma estraneo alla realtà, ergo nullo. – Su i problemi di chi si cela dietro nomignoli e, sicuro, sproloquia ed affina le zanne a spese di altri, che sono tanti e troppo complessi, ho già scritto qui-
- - Non si apre la corrispondenza altrui
- - Acclamare chi viene fregato perché onesto. Deridere ed isolare i disonesti che non si sono pentiti (questa è l’unica forma di emarginazione sociale che consento).
- - Non si ascoltano le telefonate private
- - Si accetta anche un fazzoletto usato se è un regalo. Si apprezza il gesto. Non si dice quanto è costato il regalo appena donato.
- - Si riconosce di aver sbagliato e si chiede scusa. E non si porta rancore.
- - Non si deve provare gelosia perché uno fra i sentimenti peggiori che l’animo umano possa generare
- - Si parla apertamente di eventuali incomprensioni con il diretto interessato, senza coinvolgere terzi
- - Non si fanno confronti
Fino
ad un paio di giorni, fa avrei difeso questa mia scelta, nonostante l’assoluta
mancanza di basi empiriche, di motivazioni, di argomentazioni. Fino ad un paio di giorni fa, avrei dimenticato
di mettere in atto alcune delle fondamentali regole sopracitate in nome di una giustizia
perfetta, ingiusta perché relativa.
Da
un paio di giorni, invece, io, che scrivo di Stile di vita, ho sentito la necessità
di rivedere il mio. Non perché il pessimismo sia un modo scorretto di vivere,
ma è sbagliato per me. Ed io non posso continuare a scrivere consigli vivendo
un po’ come fanno tutti e commettendo errori (ben sapendo di poter evitare).
Ho
sempre odiato l’errato sillogismo secondo cui ai pazzi non piace x, a y non
piace x, y è pazzo. I comportamenti non
sono definitivi, neppure le inclinazioni e gli istinti.
Qui
non parlo solo di motivazione, di cambiamenti radicali. Lo Stile di vita a cui
mi riferisco non è legato ad abitudini alimentari, inclinazioni sbagliate, gestione
dello stress e della rabbia, ispirazione a smettere o iniziare a fare qualcosa.
Tutti si abbattono, si arrendono, si commiserano, si lamentano. E’ facile. La scelta del sarcasmo, come
risorsa primaria con cui deridere e rimandare i problemi, è da sprovveduti, da
persone spaventate.
Stile
di vita è reazione corretta, visione d’insieme, affrontare nel modo giusto le
sfide della vita con educazione ossia con maturità (avere la maturità di saper
vivere, conoscere e rispettare l’altro, di fare nuove esperienze, di crescere
nello studio e nella costante ricerca, di sfruttare tutte le qualità positive
che possediamo e di migliorare quelle meno “auree”, di sorridere, di
allontanare con garbo e fermezza le persone moleste, di essere liberi, di
potersi esprimere, di essere tolleranti,
di non sminuire l’altro per apparire migliori, di essere felici).
Cercherò
di provarci, non come tentativo, ma come obiettivo necessario.
Post Scriptum: No. Il mio buonumore, la mia voglia di cambiamento, la mia energia, nessuna di queste e di tutte le altre cose che possano esservi balenate derivano dall'odierno quarto anniversario, che casualmente ieri si, oggi no, domani si. Sorrido, perché Fato ha nuovamente centrato un giorno fra 365 alternative. Ma se oggi no, sarà si in altri ambiti. Comunque, domani è si.
Non fare ad altri ciò che non vuoi sia fatto a te!!... Mi piace.
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